Il Video
Scritto da Filippo Zucchetti
Riprese, regia e montaggio: Davide Vasta
Con La Compagnia Teatrale "La Sarabanda"
e con la partecipazione di Luisa Trequattrini, Giovanni e Francesco Zucchetti.
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Appunti su “Anita non deve piangere”
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Il testo di questa canzone è stato scritto in poco più di tre ore durante il tragitto del treno Perugia - Milano il 17 Maggio del 2018, ma è frutto di anni di osservazione e analisi della vita, della società e dell’esistere, di libri letti (e riletti), poesie lette e scritte, di filosofi ( tra tutti Giordano Bruno), film visti ( e rivisti), e una ricerca costante di un linguaggio personale. Un canzone che personalmete ritengo socialmete importante.
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"Anita non deve piangere" nasce da una presa di coscienza che noi esseri umani abbiamo impiantato talmente tante sovrastrutture da dimenticarci o peggio ancora annientare del tutto la nostra vera natura, il nostro essere, la nostra parte più pura e naturale: “la nostra parte migliore”.
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Oggi l’umano è l’essere naturale più artificiale che esiste.
Noi non siamo il nostro ruolo sociale, gli oggetti che possediamo e non siamo ciò che gli altri vorrebbero che noi fossimo. Mettiamo da parte, nascondiamo e facciamo soffrire il nostro vero essere per quello che in realtà non siamo. Fingiamo, più o meno consapevolmente. Ci riteniamo al di sopra degli animali e della natura invece di esserne parte. La Sfruttiamo quando ci serve e la distruggiamo quando non ci serve più. Siamo delle prede più o meno coscienti della vita invece che esserne parte e viverla. É la “disperata nostra folle corsa” in cui dovremmo comprenderci e aiutarci, collaborare e non competere, essere unici e non migliori. E allora aiutiamoci. Perchè abbiamo tutti bisogno di aiuto e comprensione e nei momenti più dolorosi e faticosi: “abbracciamoci di lacrime ( dolore) e sudore (fatica)” e non mettiamoci l’uno contro l’altro.
Premesso che ogni ascoltatore darà alla figura di Anita il senso che vuole (per molti sarà una figlia, una cane, una sorella..ecc) e non c’è nulla di sbagliato, anzi. Tuttavia la canzone ha un intento più ampio e parla della "nostra parte migliore", della Vita, dell'Anima e del nostro stato naturale, quella parte di noi che troppo spesso ci dimentichiamo di avere (e di essere) e che dobbiamo invece difendere perchè al netto delle tante (troppe) sovrastrutture economiche, politiche e sociali " è tutto quello che ci resta". Ecco il bisogno di esprimere questo senso di protezione da tutto ciò. Ma io “non ho facilità d’espressione” ovvero non sono un brillante comunicatore, e non ho “armi da imbracciare” ma “ho solo musica e parole”, cioè solo attraverso una canzone posso farlo, perché è il mio modo di comunicare.
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Il filosofo Spinoza diceva che dobbiamo difendere il divino che è in noi. Nel brano “Anita non deve piangere” si difende tale divino.
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Secondo il filosofo Giordano Bruno l’uomo è libero quando si fonde con la natura , che è divina. Dio coincide con l’universo e con la natura , perciò immergersi e perdersi in quest’ultima è un atto divino.
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La vita, la natura , l’universo vanno amati in modo incondizionato e totale.
Nella canzone si cerca di esprimere formalmente il concetto di “fusione” tra la natura e gli esseri viventi di cui parla Giordano Bruno. Tutto è in tutto e fa parte del tutto. Questo “senso” di fusione è costantemente presente nel brano, cominciando dal nome ANITA; Anima, Natura e Vita si fondono e diventano per assonanza, lettere e metrica: ANITA
Anita si trasforma in continuazione perchè non ha forma e la forma del testo è volutamente anch’essa una sorta di "fusione", di metafora continua:
"Gli argini delle tue guance" come fosse fiume, Il pianto che si trasforma e ritorna sotto forma di pioggia e grandine e ancora “All’ombra dei tuoi zigomi”, come fosse albero. “Vederti sorgere e illuminare”,come fosse sole.
A livello letterario ho cercato un linguaggio diverso, uno stile riconoscibile e per quanto possibile unico. La struttura del brano è anch'essa particolare in quanto non segue il classico schema Strofa-Inciso-strofa-inciso ma è composta da una Intro quasi parlato per poi procedere con una serie di strofe a "grappolo" in crescendo di intensità fino ad un primo picco (perderemo l'equilibrio e i sensi...), per poi aprirsi nella parte finale ( da " dirotterò il mio cuscino sul tuo letto di grano....) infine tutto ritorna nella parte conclusiva che è la stessa della intro.
Il testo di Anita non deve piangere arrivo in finale tra i primi 10 al Tour Music Fest del 2018 nella Categoria Autori con una valutazione finale di 30 su 30. La commissione artistica, presieduta da Mogol, la definì “un Opera Letteraria dallo stile personale, unico.” Francesco Gazzè riguardo al brano scrisse: “Testo dal linguaggio ricco e articolato reso attraverso splendide soluzioni formali. Splendida la struttura senza ritornello”.
Nel 2019 il testo arrivò in finale al Premio Letterario “Salvatore Quasimodo” .
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Il Testo
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Anita ora ti prendo in braccio
e ti porto via da tutto
e per non perder tempo Anita
corro e correndo non mi accorgo che
stiamo volando io e te
Potesse un giorno questo pianto
strappare gli argini delle tue guance
e scorrere lungo il tuo corpo stanco
per poi tornare ancora
pioggia e grandine
Anita non ti preoccupare
asciugherò i tuoi occhi al sole
come fossero dei panni
e mentre tutto scorre noi staremo fermi
e adesso che son tutti fermi
Anita, Anita corri
Perderemo l’equilibrio e i sensi
ci risveglieremo nei tuoi spazi immensi
dove i silenzi sono ancora importanti
applaudirò il tuo volo e i tuoi mutamenti
Lasceremo al vento la gestione del tempo
e con un bacio lento asciugherò il tuo pianto
col cemento alle ginocchia e l’asfalto sulla faccia
Anita resta aggrappata alle mie braccia
In questa disperata nostra folle corsa
Anita è tutto ciò che resta
Abbracciamoci di lacrime e sudore
Anita è la nostra parte migliore
Smusserò gli angoli delle parole
per poterti ancora accarezzare
o li affilerò come delle lame
per proteggerti dai ogni nostro male
non ho facilità d’espressione,
ne armi da imbracciare
ho solo musica e parole,
ho solo musica
ho solo musica e parole
Dirotterò il mio cuscino sul tuo letto di grano
per proteggerti e restarti più vicino
e all’ombra dei tuoi zigomi mi addormenterò
e all’alba, all’alba m’alzerò
per vederti sorgere e illuminare
quella che è la nostra parte migliore
la nostra parte migliore
la nostra parte migliore
Anita ora ti prendo in braccio
e ti porto via da tutto
e per non perder tempo Anita
corro e correndo non mi accorgo che
stiamo volando io e te
La Chitarra di “Anita non deve Piangere”​
La melodia del brano è stata interamente composto con questa chitarra acustica ( YAMAHA_APX 4 A) acquistata nel 1995 a Siena.